Sinodo dell’Africa: migrazioni, violenze, ambiente

<br />CITTA’ DEL VATICANO – Il fenomeno tragico delle migrazioni, il dramma delle violenze contro i cristiani, la necessità di una “conversione ecologica”: è un quadro dell’Africa amaro quello emerso dai lavori del secondo Sinodo dedicato a questo continente e incentrato sui temi della riconciliazione, della giustizia e della pace. Una presenza che testimonia in modo eloquente l’antichità e la tradizione della Chiesa in Africa. Così il Papa ha salutato il Patriarca Abuna Paulos, ricordando che la Chiesa etiope continua a testimoniare il Vangelo, nonostante le persecuzioni. Quindi ha aggiunto: “La proclamazione del Vangelo non può essere separata dall’impegno a costruire una società conforme al volere di Dio e che protegga la dignità dell’uomo. In precedenza, il Patriarca Paulos aveva ricordato che l’Africa è segnata, sì, da sfruttamento, pandemie e carestie, ma è anche un continente ricco di risorse che sono d’aiuto ad altri Paesi”. Tra gli altri temi trattati in Aula, il dialogo con l’Islam, in particolare nel Nord Africa. La regione, infatti, è a maggioranza musulmana, ma i cristiani godono comunque di una certa libertà. Di qui, l’auspicio che il Sinodo per il Medio Oriente del 2010 comprenda anche le diocesi nordafricane. Quindi, si è aperta la pagina tragica delle migrazioni: un fenomeno che riguarda 10 milioni di africani e che colpisce soprattutto la Libia, Paese-ponte verso l’Europa. Poi, l’auspicio che la Chiesa in Africa stimoli una “conversione ecologica” attraverso l’educazione, così che il Paese non sia più vittima della deforestazione o dei rifiuti tossici. Infine, ricordate le violenze contro i cristiani, come quelle avvenute nella Repubblica Democratica del Congo, e il ruolo dei laici, definiti una “interfaccia” evangelizzatrice. A chiudere i lavori, l’appello di Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”.