Benedetto XVI a Brescia per i 30 anni della morte di Papa Paolo VI

BRESCIA – Un invito “ad amare Dio e a lavorare per un mondo fraterno nel quale ognuno vive non per sé ma per gli altri”, seguendo l’esempio di sant’Arcangelo Tadini. Lo ha rivolto, ieri mattina, a Botticino Sera (dove sono conservate le spoglie di Tadini) Benedetto XVI, nella visita pastorale alla diocesi di Brescia, a 30 anni dalla morte di Paolo VI e in omaggio a Tadini. È stata dedicata a Paolo VI, invece, l’omelia della messa celebrata a Brescia, nella piazza intitolata proprio al Pontefice bresciano. Prendendo spunto dall’icona evangelica dell’obolo della vedova Benedetto XVI ha voluto meditare sul mistero della Chiesa per rendere omaggio al “grande Papa Paolo VI, che ad essa ha consacrato tutta la sua vita”. “La Chiesa è un organismo spirituale concreto che prolunga nello spazio e nel tempo l’oblazione del Figlio di Dio”, un sacrificio “decisivo agli occhi di Dio” in cui “è condensato tutto l’amore divino, come nel gesto della vedova è concentrato tutto l’amore di quella donna per Dio e per i fratelli: non manca niente e niente vi si potrebbe aggiungere. La Chiesa, che incessantemente nasce dall’Eucaristia, è la continuazione di questo dono, di questa sovrabbondanza che si esprime nella povertà, del tutto che si offre nel frammento. È il Corpo di Cristo che si dona interamente, Corpo spezzato e condiviso, in costante adesione alla volontà del suo Capo”. Ieri pomeriggio poi Benedetto XVI all’incontro ufficiale per l’inaugurazione della nuova sede e per l’assegnazione del Premio internazionale Paolo VI nell’Auditorium Vittorio Montini dell’Istituto Paolo VI a Concesio ha parlato della “capacità educativa” di Papa Tadini. Il premio è stato assegnato quest’anno alla collana francese “Sources Chrétiennes”. “Viviamo – ha detto il Papa – in tempi nei quali si avverte una vera ‘emergenza educativa’. Formare le giovani generazioni, dalle quali dipende il futuro, non è mai stato facile, ma in questo nostro tempo sembra diventato ancor più complesso”.