Vertice FAO: un incontro deludente e privo di efficacia

<br />ROMA – Giornata conclusiva, oggi alla sede Fao di Roma, del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare. Un incontro che, nelle speranze di quanti lottano per sconfiggere la fame nel mondo, doveva essere decisivo per stilare i prossimi impegni della comunità internazionale e che, invece, è stato caratterizzato da un clima di forte delusione per la dichiarazione finale, priva di indicazioni su finanziamenti e tempi per combattere la malnutrizione. Profonda eco hanno suscitato le parole del Papa sull’importanza dei valori e dei diritti dell’uomo. Il commento di Guido Barbera, presidente del Cipsi, il Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale, è stato raccolto da Radiovaticana: Credo che il Santo Padre abbia sottolineato, ancora una volta, che se si vogliono affrontare questi problemi dobbiamo ripartire da una riscoperta dei valori fondamentali e dei diritti fondamentali. Non possono essere semplicemente le grandi coltivazioni, le strategie di chi ha l’interesse di guadagnare a risolvere il problema della fame. Se io aumento la mia quantità di ricchezza, non risolvo i problemi della popolazione. Quello che purtroppo sta succedendo, anche in continenti storicamente provati dalla fame come l’Africa, è che il Prodotto interno lordo sta aumentando: In due anni l’Africa, secondo i dati della Banca mondiale, è cresciuta del cinque e mezzo per cento. Anche adesso, nonostante la crisi, il tasso è in crescita, ma la gente è sempre più povera e negli ultimi due anni 200 milioni di persone in più sono affamate. E’ per questo che il Papa ha ricordato che vanno anche ridefinite le relazioni internazionali per consentire ai Paesi poveri condizioni paritarie. Noi dobbiamo metterci in testa – come giustamente ha sottolineato ieri il Santo Padre – che la cooperazione non è un fatto di mercato. La cooperazione non è un fatto di aiuti. La cooperazione è il rispetto dei diritti e della dignità degli esseri umani, per cui essa parte dalla riscoperta di relazioni tra le persone e da una politica che è fatta dalle persone per le persone, cioè una politica che deve rispondere veramente ai problemi delle persone. Negli ultimi tempi, invece, la politica sta mercificando qualunque cosa. Quando noi parliamo di bisogno dell’acqua, di bisogno di più alimentazione, poniamo il problema su un piano puramente commerciale di situazioni in cui l’essere umano, la persona, deve provvedere in qualche modo ad arrivare all’acquisto o al recupero dell’acqua piuttosto che degli alimenti. Se parlo invece di diritto – che sta alla base del concetto della politica – diventa davvero un impegno della comunità affrontare queste problematiche e in questo caso non ci sono più scuse: abbiamo una popolazione mondiale che deve avere il suo diritto riconosciuto di poter mangiare, bere, poter avere l’istruzione, la sanità. Insomma, gli elementi essenziali per vivere non come relitti dimenticati, ma come persone con una propria dignità.