Slavina a Santo Stefano d’Av.: forse un’imprudenza avrebbe causato la morte del maestro di sci

SANTO STEFANO D’AVETO – Potrebbe essere stata un’imprudenza a causare la morte di Marco Corvisiero, il 30enne maestro di sci deceduto ieri pomeriggio a Santo Stefano d’Aveto durante una discesa fuori pista dal Monte Bue al Prato della Cipolla. L’uomo è stato travolto da una slavina che lo avrebbe trascinato per molti metri e sepolto sotto una fitta coltre di neve per oltre tre ore. Nelle ricerche, complicate dal maltempo, sono stati impiegati circa 40 uomini del Soccorso Alpino e Speleologico: oltre alla squadra di Rapallo, che viene distaccata di norma a Santo Stefano quando gli impianti di risalita sono aperti, c’erano anche squadre di La Spezia, Genova, Piacenza e Borgotaro. I soccorritori che hanno estratto Marco hanno tentato il trasporto al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Martino di Genova,. Operazione complicata dal fatto che l’elicottero dei Vigili del Fuoco, utilizzato per il trasporto dei feriti, abbia urtato alcuni alberi ed abbia dovuto effettuare un atterraggio di emergenza, fortunatamente senza feriti. Marco Corvisiero è stato dunque trasportato con il gatto delle nevi in paese e di qui la corsa in ambulanza a Genova. Dove però i medici hanno constatato che tutto quello che si poteva fare era stato tentato, senza risultati positivi. Un’imprudenza, dunque, all’origine di questo tragico episodio. E poi una serie di circostanze avverse: il maltempo, la mancanza del dispositivo elettronico, che avrebbe facilitato le operazioni di ricerca del corpo. Resta lo sgomento per la morte di un giovane sportivo, sciatore esperto, e il dolore dei moltissimi che lo conoscevano e gli volevano bene.