Il Papa: “Lasciamoci attirare dalla forza di gravità dell’amore di Dio”

CITTA’ DEL VATICANO – Oltre 50 mila fedeli hanno partecipato alla celebrazione della Domenica delle Palme in una assolata Piazza San Pietro. Benedetto XVI, che ha seguito in papamobile la processione delle palme aperta dai cardinali, si è soffermato nell’omelia  sul significato di questo farsi pellegrini assieme con Gesù nel salire a Gerusalemme. Il termine ultimo del pellegrinaggio di Cristo è l’altezza di Dio stesso, alla quale Egli vuole sollevare l’essere umano, è stata la riflessione di Benedetto XVI. Un cammino che è al di sopra delle nostre possibilità, ha riconosciuto il Papa, che ha osservato come da sempre gli uomini siano stati ricolmi del desiderio di essere come Dio. In definitiva in tutte le invenzioni l’uomo cerca di elevarsi all’altezza di Dio, per diventare totalmente libero come Lui: ma assieme alle nostre capacità, ha proseguito, non è cresciuto soltanto il bene. Anche le possibilità del male sono aumentate e si pongono come tempeste minacciose sopra la storia. Anche i nostri limiti sono rimasti: basti pensare alle catastrofi che in questi mesi hanno afflitto e continuano ad affliggere l’umanità.
Già i Padri della Chiesa osservarono che l’uomo si trova nel punto di intersezione tra due campi di gravitazione, uno che lo tira verso il basso, verso il male, e l’altro costituito dalla forza di gravità dell’amore di Dio. Tutto dipende dallo sfuggire al campo di gravitazione del male e diventare liberi di lasciarsi  attirare dalla forza di gravità di Dio, che ci rende veri, ci eleva, ci dona la vera libertà.
Il cuore, ha soggiunto, è il centro dell’uomo. Dunque, è il cuore che deve essere elevato. Ma “Dio stesso deve tirarci in alto, ed è questo che Cristo ha iniziato sulla Croce”.
“Le grandi conquiste della tecnica”, ha detto Benedetto XVI, ci rendono liberi e sono elementi del progresso dell’umanità soltanto se sono unite a questi atteggiamenti – se le nostre mani diventano innocenti e il nostro cuore puro, se siamo in ricerca della verità, in ricerca di Dio stesso, e ci lasciamo toccare ed interpellare dal suo amore”.
Abbiamo bisogno dell’umiltà della fede che cerca il volto di Dio e si affida alla verità del suo amore”.