All’Angelus la preghiera del Papa per la Libia e la Siria

CITTA’ DEL VATICANO – Nelle sue parole prima della recita della preghiera mariana, Benedetto XVI sottolinea di seguire con apprensione quello che definisce “il drammatico conflitto armato che in Libia ha causato un elevato numero di vittime e di sofferenze soprattutto tra la popolazione civile”:

“Rinnovo un pressante appello perché la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza, con l’aiuto degli Organismi internazionali che si stanno adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisi. Assicuro, inoltre, la mia orante e commossa partecipazione all’impegno con cui la Chiesa locale assiste la popolazione, in particolare tramite le persone consacrate presenti negli ospedali”.

Poi il pensiero va anche alla Siria dove – dice – è urgente ripristinare una convivenza improntata alla concordia e all’unità:

“Chiedo a Dio che non ci siano ulteriori spargimenti di sangue in quella Patria di grandi religioni e civiltà, ed invito le Autorità e tutti i cittadini a non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca del bene comune e nell’accoglienza delle legittime aspirazioni a un futuro di pace e di stabilità”.

Con il pensiero rivolto a tutti, Benedetto XVI sottolinea che la voce di Dio nel mondo di oggi “rischia di essere sommersa in mezzo a tante altre voci”.

“Gli uomini hanno sempre bisogno di Dio, anche nel nostro mondo tecnologico, e ci sarà sempre bisogno di Pastori che annunciano la sua Parola e fanno incontrare il Signore nei Sacramenti”.

E in particolare nella Giornata mondiale delle Vocazioni invita alla preghiera “perchè non manchino mai validi operai nella messe del Signore”. :

“Vi invito pertanto a una speciale preghiera per i vescovi – compreso il vescovo di Roma! –, per i parroci, per tutti coloro che hanno responsabilità nella guida del gregge di Cristo, affinché siano fedeli e saggi nel compiere il loro ministero”.

Benedetto XVI ricorda che Gesù è Buon Pastore del suo gregge, come sottolinea l’odierna Liturgia, e non lo abbandona mai. E spiega la prima cosa da fare per seguire Cristo:

“L’ascolto della sua Parola, dal quale nasce e si alimenta la fede. Solo chi è attento alla voce del Signore è in grado di valutare nella propria coscienza le giuste decisioni per agire secondo Dio. Dall’ascolto deriva, quindi, il seguire Gesù: si agisce da discepoli dopo aver ascoltato e accolto interiormente gli insegnamenti del Maestro, per viverli quotidianamente”.

Benedetto XVI ricorda l’eco mondiale che ha avuto la beatificazione di Giovanni Paolo II a inizio mese per sottolineare che ci sono altri esempi meno conosciuti di testimoni esemplari, come don Giustino Maria Russolillo, fondatore della Società delle Divine Vocazioni, beatificato sabato 7 maggio, e il sacerdote tedesco Georg Häfner, beatificato oggi a Würzburg, città della Baviera:

Rivolgendosi nella sua lingua ai pellegrini tedeschi presenti in piazza, Benedetto XVI sottolinea che “nella tempesta del nazionalsocialismo Georg Häfner fu pronto, come pastore fedele, a pascere il gregge e a condurre molte persone alle acque della vita con l’annuncio della verità e con l’amministrazione dei sacramenti, fino al dono della sua stessa vita.” Egli – aggiunge – perdonò sinceramente ai suoi torturatori e dal carcere scrisse ai suoi genitori: ‘Noi vogliamo essere buoni con tutti’.”