Fincantieri, massiccia partecipazione alla protesta di Riva T.

RIVA T. – E’ un lungo striscione bianco con stampati su i nomi di tutte le navi realizzate al cantiere rivano di Fincantieri ad aprire, insieme alla Filarmonica di Sestri Levante, il corteo che questo pomeriggio si è snodato lungo le vie di Riva Trigoso. Oltre quattromila le persone che, sfilando lungo le vie della delegazione, hanno voluto in questo modo ribadire il loro no al dimezzamento dello stabilimento navale deciso dal piano industriale presentato dieci giorni fa dall’azienda. Tutto il Tigullio si è stretto intorno alla sua fabbrica. Un’appartenenza manifestata anche dalle decine di lenzuola appesi alle finestre delle case. In tanti, abitanti e commercianti di Sestri e non solo, che si sono dati appuntamento sul sagrato della Chiesa di San Pietro di Riva Trigoso alle cinque e da qui sono partiti. Un corteo colorato che subito è confluito con quello dei lavoratori, partito in contemporanea dall’ingresso dell’azienda. A chiudere il lungo striscione bianco con i 375 nomi delle navi, i sindaci dei comuni di quasi tutto il Tigullio, oltre a Sestri Levante, Casarza, Moneglia e Castiglione Chiavarese, anche Rapallo e Lavagna. E poi i parlamentari Mondello e Cassinelli, l’assessore regionale Guccinelli, i consiglieri regionali, e molti rappresentanti delle istituzioni locali. A dare supporto ai lavoratori Fincantieri anche quelli dell’Arinox, in sciopero per tre ore, e una delegazione della Lames e del cantiere Fincantieri di Sestri Ponente. E poi la società civile: i commercianti con la Confesercenti e tutti rappresentanti dell’Ascom da Recco a Moneglia. L’Associazione Nazionale Partigiani e i donatori di Sangue di Sestri Levante e Riva Trigoso. E ancora alcuni studenti dell’istituto De ambrosis Natta, gli abitanti di Riva trigoso: anziani, bambini, mamme con i passeggini. Un lungo corteo che simbolicamente ha abbracciato il cantiere e i suoi lavoratori e che così li ha voluti accompagnare verso l’appuntamento di venerdì prossimo quando incontreranno ancora una volta, questa volta insieme al Governo, i rappresentanti dell’azienda. Con un unico punto fermo: chiedere a Fincantieri di ritirare questo piano industriale.