Il monito del Papa contro i “ricchi disonesti”: le parole di Benedetto XVI all’Angelus

CASTELGANDOLFO – Dio può operare cose buone e persino prodigiose fuori dalla cerchia dei fedeli; nella Chiesa si può trovare ciò che non è cattolico, e fuori dalla Chiesa può esserci qualcosa di cattolico. Lo ha detto il Papa ieri mattina prima di recitare la preghiera mariana dell’Angelus, per l’ultima volta quest’anno dalla residenza estiva di Castelgandolfo. Per questo, ha aggiunto il Papa, i membri della Chiesa non devono provare gelosia, ma rallegrarsi se qualcuno esterno alla comunità opera il bene nel nome di Cristo. Al tempo stesso anche all’interno della Chiesa può capitare che si faccia fatica a valorizzare le cose buone compiute dalle varie realtà ecclesiali. Invece dobbiamo essere tutti e sempre capaci di apprezzarci e stimarci a vicenda, lodando il Signore per l’infinita ‘fantasia’ con cui opera nella Chiesa e nel mondo.
Parole semplici ma mai scontate, a cui è seguita da parte di Benedetto XVI una sottolineatura delle parole dell’Apostolo Giacomo, contro i ricchi disonesti che ripongono la loro sicurezza nelle ricchezze accumulate a forza di soprusi. Parole che, ha aggiunto il Papa, costituiscono un forte richiamo ad usare i beni nella prospettiva della solidarietà e del bene comune, operando sempre con equità e moralità, a tutti i livelli.
Al termine dell’Angelus Benedetto XVI ha pronunciato un forte appello per le popolazioni congolesi travolte dal conflitto civile.
“Sono particolarmente vicino ai profughi, alle donne e ai bambini. Invoco Dio, perché si trovino vie pacifiche di dialogo e di protezione di tanti innocenti e affinché torni al più presto la pace”.