Celebrata in Diocesi la Festa della Pace. Il Vescovo: operare per la pace non è qualcosa di facoltativo

veglia paceDIOCESI – Operare per la pace non è qualcosa di facoltativo per la vita del cristiano, ma fa parte della sua identità di credente che mostra così il volto dell’unico Dio esistente. E’ partita da questa intuizione la Veglia diocesana per la Pace, promossa dall’Azione cattolica e presieduta dal Vescovo. Alla luce del Messaggio del Papa, ci si è soffermati a riflettere sulla pace come dono di Dio, come custodia di un bene affidato alle nostre mani e come nuova convivenza tra gli uomini. “C’è ancora bisogno di operare per la pace – ha detto mons. Tanasini – in un tempo, come il nostro, dove si insinua la convinzione che tutto si risolva in rapporti di forza. L’operatore di pace è uno che agisce, che opera là dove si trova”. “Il primo operatore di pace è Dio – ha continuato il Vescovo – e compiere la sua volontà è legarsi a colui che vuole la pace”. “Crediamo che la pace sia possibile”, ha esortato mons. Tanasini: “Costruiamo una convivenza fondata sulla libertà, sull’amore e sulla giustizia. Rinunciare a vivere la pace in nome della pace è una tentazione ideologica diffusa, ma l’uomo porta in sè il gusto della pace. Riscopriamoci capaci di gratuità: il dono di sè è sempre fonte di pace”.