DIOCESI – I missionari sono persone speciali. Hanno brani di Vangelo negli occhi, con i quali guardano e amano i più bisognosi. Li hanno nelle mani, le stesse con le quali si prendono cura di bambini, anziani, poveri. I missionari sono speciali perché restano con il popolo sempre, nelle allegrie e nella paura, si fidano di Dio e a lui solo si abbandonano. Queste sono ore di angoscia per i religiosi in Repubblica Centrafricana, vittime di aggressioni e saccheggi. Quello che più ci ha colpito delle loro testimonianze è l’indistruttibile volontà di restare al fianco dei centrafricani. Suor Giulia Mazzon, francescana del Sacro Cuore che dirige il dispensario di Maigaro, ci ha inviato per mail una parola molto bella: restare è essenziale sarebbe troppo facile essere fedeli nelle situazioni normali. Il Signore non ci abbandona mai e poi questa ora è la nostra terra, il nostro paese. Siamo un punto di riferimento per tante famiglie povere e che rischiano di essere privati dell’unica possibilità di sostegno. Resto per fiducia e riconoscenza, scrive padre Beniamino Gusmeroli betarramita e Parroco a Bouar. I ribelli possono portare via tutto, ma il mio compito di missionario no e questo conta più di tutto. E poi la gente ha fiducia in me e conta sulla mia presenza, insieme ci facciamo forza. Ogni mattino vengono a sincerarsi se sto bene. Gesù dice: non abbiate paura, ho vinto il mondo. I centrafricani raccolti in chiesa per la Pasqua ci volevano credere e trarne forza. Di fronte a tutto questo come non rimanere? Suor Beatrice, clarissa a Bouar, scrive così: restiamo per poter condividere le lacrime del nostro popolo, la paura, l’angoscia, ma anche la Speranza di chi crede contro ogni speranza. Perché ogni lacrima versata, ogni grido soffocato nella notte quando sparano, ogni preghiera innalzata al Signore col cuore pieno di domande rimangono in attesa di una risposta, di un atto, di un sorriso di risurrezione. Resistiamo perché crediamo alla vita, alla pace, all’alba di un nuovo giorno. La gente ha bisogno di un Padre, di una Madre, di una Sorella – scrive Padre Aurelio Gazzera, carmelitano che opera a Bozoum. Anche se non fai niente, già solo il fatto di esserci, dà speranza e aiuta. È come stare vicino ad un ammalato, o a un bambino che dorme. Sa che ci sei. E la tua presenza è anche il Segno di un’Altra Presenza… Perché sai che Lui è sempre al tuo fianco, anche quando la barca sembra essere sul punto di affondare. Perché ogni tanto arriva un uomo, arriva una donna, che ti dice: Grazie perché rimanete! O un bambino, che è potuto venire nella tua scuola, nonostante tutto ti guarda e ti sorride. E allora anche tu, nonostante la paura, il mal di pancia, le notti mezze passate in bianco, capisci che stai facendo qualcosa di bello e di importante: stai dando la carezza del Nazareno a quanti ne hanno più bisogno!
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