Missionari che restano: da Bozoum la coinvolgente testimonianza di Padre Aurelio Gazzera

centrafricaREPUBBLICA CANTRAFRICANA – Padre Aurelio Gazzera, 49 anni, carmelitano scalzo, vive e lavora a Bozoum in Repubblica Centrafricana. Conosce bene la gravità della situazione, ma proprio per questo non ha esitazioni: lui rimane in missione, nonostante il rischio di subire attacchi e violenze. Il racconto di Padre Aurelio è coinvolgente:
“Ogni rumore è sospetto -scrive-, una moto mette paura, un cane che abbaia. Circolano le notizie: i ribelli sono qui. Cercano il Padre Aurelio, cercano la macchina. Poi iniziano gli spari. Il cuore prende a battere incontrollato, mal di stomaco, mal di pancia… è come se il corpo cedesse alla paura, mentre la testa tenta di ragionare… anche se non sempre ce la fa.”.
La testimonianza di Padre Aurelio è anche una denuncia:
“I ribelli hanno conquistato una città dopo l’altra, e dappertutto si è ripetuto lo scempio dei saccheggi e della distruzione. Quando c’è agitazione, i primi a scappare sono le autorità civili e quelle militari… Gli stessi che fino a ieri facevano i prepotenti ed i gradassi con i deboli, oggi si fanno piccoli e invisibili… Via i medici, via gli infermieri, via gli insegnanti… In breve la città è rimasta sguarnita”.
Proprio per questo la motivazione dei missionari è ancora più forte: “la gente ha bisogno di un Padre, di una Madre, di una Sorella -testimonia Padre Aurelio-. Anche se non fai niente, già solo il fatto di esserci, dà speranza e aiuta. E la tua presenza è anche il Segno di un’Altra Presenza”.
C’è poi un aspetto pratico: “sai che se te ne vai -continua il missionario-, quello che hai costruito in tanti anni rischia di essere distrutto: scuole, ospedali, cooperative agricole, la Cassa di Risparmio. Tutto può essere distrutto in poco tempo. E temi che non ci sarà più la forza e i mezzi per riprendere da capo”. Che cosa dà la forza e il coraggio? “Sai che Dio è sempre al tuo fianco, anche quando la barca sembra essere sul punto di affogare. Perché ogni tanto arriva un uomo, arriva una donna, che ti dice: Grazie perché rimanete! O un bambino, che è potuto venire nella tua scuola, ti guarda e ti sorride. Allora,capisci che stai facendo qualcosa di bello e di importante: stai dando la carezza del Nazareno a quanti ne hanno più bisogno!