Aumentano le violenze nella Repubblica Centrafricana

Central African Republic, Bouar diocese: In Bohong 3500 houses were burnt down by rebels of the Séléka in August 2013CENTRAFRICA – «Gli eventi si susseguono rapidamente, così come s’intensifica l’aggressività dei ribelli. Assistiamo a scene apocalittiche e osserviamo i corpi delle tante vittime che giacciono ancora ai lati della strada». È il drammatico racconto di padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano e direttore della Caritas diocesana di Bouar, che da oltre vent’anni vive nella Repubblica Centrafricana. In una conversazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre, il religioso denuncia il drammatico aumento delle violenze. Il mese scorso, nella diocesi di Bouar, i membri della coalizione Seleka ribelli hanno compiuto numerosi attacchi costringendo gli abitanti alla fuga. «Nella sola città di Bohong sono state bruciate più di 3500 case, mentre più dell’80% della popolazione ha abbandonato il villaggio di Bossangoa, teatro di terribili scontri che hanno causato più di sessanta morti». In tanti cercano rifugio altrove e la missione carmelitana di Bozoum ha accolto più di 6.500 rifugiati. Guardando al futuro, padre Aurelio non esclude che possano scoppiare nuovi scontri. E seppure le violenze dovessero finire all’istante, ci vorrebbero comunque anni per ricostruire il paese. Nei mesi scorsi Aiuto alla Chiesa che Soffre ha stanziato contributi straordinari in favore della Chiesa centrafricana per un totale di 200mila euro.