Il ricordo di don Carlo Mario Ginocchio, amico dei poveri e dei lavoratori

don ginocchioCHIAVARI – Un sacerdote amico di tanta gente: ha prestato servizio in quindici parrocchie, ha seguito come cappellano le vicende delle fabbriche del territorio. Don Carlo Mario Ginocchio ha intessuto tanti legami, come ha dimostrato la presenza numerosa di fedeli in Cattedrale per i suoi funerali e come ha ricordato in apertura il vescovo Giulio Sanguineti: “ha parlato in nome del Signore, ha educato alla vita cristiana, ha accompagnato all’incontro con il Padre, ha annunciato la speranza più forte della morte” ha proseguito Mons. Giulio Sanguineti, che quest’anno aveva appena festeggiato con don Ginocchio i 60 anni di ordinazione sacerdotale. Nell’omelia il vescovo diocesano Alberto Tanasini ha ricordato l’attenzione di don Carlo Ginocchio per i poveri sino alla fine: nel suo testamento ha lasciato una busta per le famiglie povere. Poi, si è soffermato sulla presenza nei luoghi di lavoro, dove condivideva sofferenze e ansie dei lavoratori: “si preoccupava di ravvivare la speranza -ha detto il vescovo-; nessun ambiente gli era estraneo, in tutti era familiare”.