Sette arresti, trenta persone coinvolte per traffico di rifiuti a Genova

GENOVA – Traffico illecito di rifiuti, reati contro la Pubblica amministrazione: i Carabinieri hanno concluso stamattina sette arresti; trenta le persone coinvolte a vario titolo nell’indagine, fra dipendenti e drigenti di Amiu Genova e Switch, la sua principale subappaltante, che era partita, in realtà, nel 2012, ed era stata condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Genova. In prima battuta l’attività aveva portato nel 2014 all’arresto del Dirigente del servizio acquisti di Amiu oltre che di altre persone; in quest’ultima fase sono stati accertati diversi episodi di gestione illecita della raccolta differenziata che ha procurato a Switch profitti illeciti, ma ha generato maggiori oneri tariffari ai danni dei cittadini di Genova, il tutto con la collaborazione di numerosi dirgenti e dipendenti di Amiu collusi.
Il sistema di frode secondo gli investigatori era collaudato: la Switch si aggiudicava appalti con ribassi vertiginosi, e poi metteva in campo diversi sistemi per ottenere profitti illeciti, ad esempio simulando ritiri di ingombranti inesistenti, o decuplicando i quantitativi di rifiuti smaltiti per conto del Comune di Genova, o ancora smaltendo rifiuti ingombranti come se fossero stati rinvenuti abbadonati sul territorio, quando in realtà non lo erano. Il che comportava rimborsi e maggiorazioni di costi. Inoltre, la stessa società aveva fra i suoi clienti diverse aziende private i cui rifiuti venivano smaltiti a spese di Amiu, grazie alla collaborazione di dipendenti corrotti della municipalizzata. Non solo, ma la manodopera utilizzata proveniva da un’azienda di facciata, creata ad arte per avere una indebita riduzione di costi.
C’è poi un episodio, diffuso questa mattina dai Carabinieri, che coinvolge anche alcuni dirigenti dei Vigili del Fuoco, che sono stati denunciati perchè avrebbero evitato a Switch una denuncia alla Procura della Repubblica in occasione di un incendio, che si era sviluppato nel magazzino della società dopo la rimozione di alcuni sistemi di sicurezza, allo scopo di permetterne il funzionamento oltre i limiti previsti. Un sistema dunque molto collaudato. Gli arrestati sono ai domiciliari; nel corso dell’operazione sono stati sequestrati benj poer un milione di euro.