Il Papa nella catechesi ha augurato a tutti un Natale di speranza. Appello per il Congo.

CITTA’ DEL VATICANO – A pochi giorni dal Natale, il Papa durante la catechesi ha riflettuto sull’Incarnazione del Figlio di Dio, momento in cui, la speranza è entrata nel mondo: Dio adempie la promessa facendosi uomo; si tratta, però, di una speranza diversa da quella comunemente intesa, una speranza affidabile, visibile e comprensibile, perché fondata in Dio. Egli cammina con noi in Gesù verso la pienezza della vita e questo ci dà la forza di stare in maniera nuova nel presente, benché faticoso. Il motivo della speranza, quindi, è la vita eterna. Il presepe, che caratterizza il Natale, presenta personaggi che si sono immersi nella speranza: Maria, che contempla il Bambino e vede in Lui l’amore di Dio; i pastori, che rappresentano gli umili e i poveri che aspettavano il Messia; gli angeli, che annunciano il grande disegno di Dio realizzato da Gesù Bambino. Per prepararsi bene al Natale -ha ricordato il Papa- è utile soffermarsi davanti al presepe: “sarà veramente una festa se accoglieremo Gesù, seme di speranza che Dio depone nei solchi della nostra storia personale e comunitaria. Ogni sì a Gesù che viene è un germoglio di speranza. Abbiamo fiducia in questo germoglio di speranza, in questo sì: “Sì, Gesù, tu puoi salvarmi, tu puoi salvarmi”. Buon Natale di speranza a tutti!”.
Al termine dell’udienza il Pontefice ha rivolto un accorato appello a tutti gli abitanti della Repubblica Democratica del Congo, perché, in questo delicato momento della loro storia, siano artefici di riconciliazione e di pace. “Coloro che hanno responsabilità politiche -ha raccomandato- ascoltino la voce della propria coscienza, sappiano vedere le crudeli sofferenze dei loro connazionali e abbiano a cuore il bene comune”.