Te Deum a Genova: “il vuoto culturale dell’Occidente scoraggia la vita”

GENOVA – A Genova, come tradizione, l’Arcivescovo ha presieduto il Canto del Te Deum di fine anno nella chiesa del Gesù. Il Card. Angelo Bagnasco, facendo il punto sulla situazione della città, ha rilanciato una questione: “perché Genova da parecchi decenni è progressivamente spogliata del tessuto produttivo che, insieme al porto, costituisce da sempre l’architettura lavorativa e sociale? E’ difficile attribuire questo processo solo alla crisi e alla globalizzazione, poiché il fenomeno, che assomiglia ad una incomprensibile strategia, viene da lontano nel tempo”. L’Arcivescovo, quindi, ha dato voce alle domande chiave per comprendere la prospettiva futura di Genova: “la necessaria ricerca di nuovi mercati, di capitali freschi, deve pagare un prezzo così alto? Esiste una visione di lungo respiro oppure vince l’obiettivo immediato di tappare i buchi, pensando che domani qualcosa succederà? Ma in quel ‘domani’ -ha sottolineato Bagnasco- ci sono i bambini di oggi, i giovani, i figli del popolo! Come non pensare anche alla natalità così povera di Genova? Se, da una parte, nonostante alcuni provvedimenti, siamo ancora ben lontani da politiche familiari veramente incisive, dall’altra dobbiamo ripensare al vuoto culturale che l’Occidente esibisce allegro e incosciente, tale da scoraggiare la vita”.