Il Papa: portare la gioia di Gesù, primo atto di carità

CITTA’ DEL VATICANO – “Alzarsi” e “Camminare in fretta” sono i due verbi che il vangelo della Quarta Domenica di Avvento riporta raccontando della visita di Maria ad Elisabetta. Il Papa li ha ripresi oggi, nell’Angelus, suggerendo di adottare questi movimenti in vista del Natale. Ma perché “alzarci”?, ha chiesto Francesco:

Perché Dio è grande ed è pronto a rialzarci se noi gli tendiamo la mano. Allora gettiamo in Lui i pensieri negativi, le paure che bloccano ogni slancio e impediscono di andare avanti. E poi facciamo come Maria: guardiamoci attorno e cerchiamo qualche persona a cui possiamo essere di aiuto! C’è qualche anziano che conosco a cui posso fare un po’ di compagnia, un servizio, una gentilezza, una telefonata? Aiutando gli altri, aiuteremo noi stessi a rialzarci dalle difficoltà.

Maria cammina in fretta, senza agitazione o affanno, ma guarda avanti con fiducia:

Allora chiediamoci: com’è il mio ‘passo’? Sono propositivo oppure mi attardo nella malinconia? Vado avanti con speranza o mi fermo per piangermi addosso? Se procediamo con il passo stanco dei brontolii e delle chiacchiere, non porteremo Dio a nessuno.

Avanti con speranza e coltivando un sano umorismo prendendo a modello i santi Tommaso Moro e Filippo Neri:

Il primo atto di carità che possiamo fare al prossimo è offrirgli un volto sereno e sorridente. È portargli la gioia di Gesù, come ha fatto Maria con Elisabetta.

A conclusione della preghiera dell’Angelus Francesco ha espresso vicinanza alle popolazioni delle Filippine colpite dal tifone Rai che secondo un bilancio provvisorio ha provocato oltre centotrenta vittime. Il Papa ha auspicato aiuti concreti e consolazione spirituale.