DIOCESI – Nel pontificale del 2 novembre in Cattedrale a Chiavari, il vescovo Devasini ha proposto una riflessione in cui ha collegato le due celebrazioni di cui abbiamo fatto memoria in questi giorni: la solennità di tutti i Santi e la commemorazione dei defunti. Il vescovo ha preso spunto dalla morte di san Francesco d’Assisi, avvenuta la sera del 3 ottobre 1226. Nei pochi giorni trascorsi alla porziuncola, frate Francesco detta la strofa del cantico di frate sole, su sorella morte. Fa inviare una lettera a Jacopa dei Sette Sogli, che va a fargli visita. Prega il salmo 141. Tre elementi – ha spiegato il vescovo – che ci aiutano a capire come vive l’approssimarsi della morte.
“Quella di frate Francesco è certamente una morte straordinaria, ma non un morire eroico” ha sottolineato Mons. Devasini esortando i fedeli a vivere il momento del trapasso in modo cosciente, già prima dell’agonia. “Muore bene, chi muore bene amando”. Al termine della celebrazione, il vescovo ha guidato la preghiera per i vescovi, i canonici e i sacerdoti che hanno servito la Chiesa Chiavarese, le cui spoglie mortali riposano sotto l’altare della Cattedrale.