Zuppi: in guerra le lacrime sono uguali, l’odio non giustifica la violenza

“La pace richiede il concorso di tutti. Ho visto come esistano fili tenui per la pace e l’esercizio dell’umanità: tenui ma reali, messi in discussione dall’assenza di dialogo che può, invece, rafforzarli. Occorre tanta insistenza e la convinzione che è la pace il destino, non la guerra o l’ingiustizia”. Lo ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale italiana nell’introduzione alla 78.ma Assemblea generale straordinaria dei vescovi italiani.
Il primo pensiero di Zuppi è andato alle “guerre che dominano gli scenari del mondo”. Il rischio è che queste possano diventare quella “Terza guerra mondiale a pezzi” di cui ha sempre parlato Papa Francesco. Non si tratta di pessimismo, ha sottolineato Zuppi, “ma realismo e responsabilità”. La pace, ha detto, “non può esistere senza sicurezza e “questa non può essere garantita solo dalle armi”. Compito della politica deve essere perciò quello di “pensare a strumenti condivisi e sovranazionali di composizione dei conflitti”.
Alle parole va unita l’azione, come ha fatto Papa Francesco nel caso della “martoriata” Ucraina, “quando si è detto disponibile ad agire per la pace e per scopi umanitari” e quando ha inviato lo stesso cardinale Zuppi sia a Kyiv sia a Mosca. “Ho avuto modo di parlare con i governanti, di visitare luoghi tragici come Bucha, di pregare per la pace in santuari significativi per i credenti ucraini e russi”, ha ricordato il presidente della CEI, sottolineando l’invito del Papa “a discutere del futuro del conflitto, nato dall’invasione russa, anche a Washington e Pechino”.
Nel settembre 2023 poi, ha ricordato l’arcivescovo di Bologna, “l’enclave armena del Nagorno-Karabakh è stata occupata dalle truppe dell’Azerbaigian” e “gli armeni hanno abbandonato la terra in un esodo tragico, in cui si rivive la memoria dei dolori del secolo passato”. “Un piccolo mondo cristiano, tanto antico, finisce”, ha sottolineato: “Noi non siamo indifferenti e sentiamo la ferita di tanta sofferenza e della mancata soluzione negoziata”.
Il brutale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso che “ha dolorosamente e vilmente colpito Israele con tanti morti innocenti”, ha sottolineato Zuppi ricordando anche gli ostaggi in mano ai terroristi, “sulla cui sorte trepidiamo e chiediamo siano restituiti alle loro famiglie”. L’attacco, che “ha sconvolto il popolo israeliano”, ha poi portato alla reazione militare contro Hamas sulla striscia di Gaza, che “ha causato al popolo palestinese, in gran parte profughi, migliaia di vittime innocenti, molti dei quali bambini”.“Le lacrime sono tutte uguali. Ogni uomo ucciso significa perdere il mondo intero”, ha sottolineato, ribadendo che “l’odio non deve mai giustificare la violenza contro gli innocenti”.
Questo vale anche per il risorgente antisemitismo. “Sappiano i nostri fratelli ebrei italiani che la Chiesa non solo è loro vicina, ma che considera ogni attacco a loro, anche verbale, come un colpo a sé stessa e un’espressione blasfema di odio”, ha affermato, ricordando che “la fine dell’antisemitismo è un impegno educativo, religioso e civile della Chiesa italiana, che non sottovaluta i rigurgiti di odio e razzismo, per chiunque”.