Concessioni demaniali, comuni in ordine sparso. Manca la scelta del Governo

Il 31 dicembre scadono le concessioni demaniali per gli stabilimento balneari, come più volte confermato da Bruxelles e dalla recente pronuncia della cassazione che ha annullato una sentenza del Consiglio di Stato per eccesso di giurisdizione; e mentre il Wall Street Journal in un lungo reportage sull’Italia paragona la vicenda delle mancate gare sulle concessioni a quella dei taxi e ricorda che “l’Unione Europea continua a lamentare la mancanza di gare d’appalto pubbliche e le entrate insignificanti che lo Stato incassa per questi privilegi”, i comuni italiani si muovono in ordine sparso; quelli romagnoli, Rimini in testa, decidono di indire gare d’appalto scatenando la protesta delle associazioni di categoria, e in Toscana e in Liguria le amministrazioni comunali scelgono per lo più la proroga. Di fatto non cambierà nulla, perché anche se le gare venissero indette i tempi tecnici di assegnazione delle nuove concessioni arriverebbero al 2025, ma resta il caos
La Liguria ha una situazione complessa per numeri e densità di concessioni: 114 chilometri di spiagge su 330 di coste, e 1250 concessioni per stabilimenti balneari. Regione Liguria invoca una scelta, con linee guida, o una riforma complessiva
Il tempo è scaduto, però, e almeno una presa di posizione entro domenica dal Governo è attesa; resta da capire se è si può ancora immaginare la strada della tutela delle imprese in essere, a fronte dei continui richiami dall’Europa