Ritorniamo alle sorgenti per offrire al mondo l’acqua viva che non trova; e, mentre la società e i social accentuano la violenza delle parole, noi stringiamoci alla mitezza della Parola che salva
Durante la Messa, due donne hanno ricevuto dal Papa il ministero del Lettorato e nove quello di Catechista. Sono fedeli laici e laiche provenienti da Brasile, Bolivia, Corea, Ciad, Germania, Antille: nelle loro mani il Pontefice ha consegnato una Bibbia e una Croce, simboli del mandato a proclamare e annunciare quella Parola che, come sottolinea nell’omelia, “attira a Dio e invia agli altri”.
La Parola… non ci lascia chiusi in noi stessi, ma dilata il cuore, fa invertire la rotta, ribalta le abitudini, apre scenari nuovi, dischiude orizzonti impensati
Nel corso dell’omelia il Papa ha rivolto alcuni interrogativi a tutti i credenti: “Io, quale posto riservo alla Parola di Dio nel luogo dove abito? Lì ci saranno libri, giornali, televisori, telefoni, ma dov’è la Bibbia? Nella mia stanza, tengo il Vangelo a portata di mano? Lo leggo ogni giorno per ritrovarvi la rotta della vita? Porto nella borsa un piccolo esemplare del Vangelo per leggerlo?”
Proprio questo è l’invito che il Papa rivolge al termine dell’omelia, già tante volte reiterato in questi anni: portare sempre il Vangelo con sé, in tasca, nella borsa, nel telefonino. Infine, un’ultima domanda: “Ho letto per intero almeno uno dei quattro Vangeli?”
Il Vangelo è un libro della vita, è semplice e breve, eppure tanti credenti non ne hanno mai letto uno dall’inizio alla fine