Agli arresti domiciliari il presidente Toti. Altri nomi nel libro degli indagati

Corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione elettorale, reati commessi al fine di agevolare nel capoluogo ligure l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra e in particolare il clan Cammarata del Mandamento di Riesi. Questi i reati contestati a vario titolo alle nove persone nei confronti delle quali la Guardia di Finanza ha dato esecuzione delle misure cautelari (coercitive ed interdittive) emesse dalla Procura della Repubblica di Genova nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria che ha toccato l’Autorità di sistema portuale genovese e la Regione Liguria. In carcere è finito l’ex presidente del Porto Paolo Emilio Signorini (oggi amministratore delegato di Iren). Nei suoi confronti le accuse di aver accettato somme di denaro e altri benefit dagli imprenditori Spinelli e Vianello per sbloccare alcune pratiche legate alle aree portuali. Agli arresti domiciliari sono finiti invece il presidente della Regione Giovanni Toti (i reati sono quelli di corruzione e corruzione elettorale in concorso), il suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani che, insieme a Maurizio Testa, Arturo Angelo Testa e Venanzio Maurici (anche loro ai domiciliari) sono accusati anche del reato di associazione mafiosa per aver agevolato l’attività del clan Cammarata del Mandamento di Riesi in cambio di favori elettorali, e l’imprenditore e immobiliarista Aldo Spinelli accusato di aver corrotto per ottenere favori il presidente della Regione Toti e, all’epoca dei fatti, quello dell’autorità portuale Signorini. Coinvolto anche il figlio di quest’ultimo Roberto Spinelli per il quale, così come per Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, e per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, è scattato invece il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale (per loro le accuse sono sempre di corruzione in cambio di agevolazioni). Nei confronti di Signorini e dei due Spinelli il G.I.P. ha altresì disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati. Gli indizi a carico degli indagati sono stati raccolti nel corso di attività di intercettazione, pedinamento ed osservazione, adottate successivamente alla trasmissione degli atti da parte della Procura della Repubblica di Genova. Le perquisizioni, iniziate questa mattina, in alcuni casi sono ancora in corso.