Precetto Pasquale, la visita del Vescovo nelle fabbriche della Diocesi

CHIAVARI – Fra impiegati e dirigenti in giacca e cravatta e operai e operaie in tuta, la presenza del Vescovo alla Lames di Sampierdicanne a Chiavari, nel periodo immediatamente successivo alla Pasqua, suona come una invito alla speranza, e a tenere gli occhi puntati verso l’ alto, pur nella consapevolezza dell’importanza che ha il lavoro nella vita delle famiglie. La riflessione di Mons. Alberto Tanasini è stata tutta intrecciata alle letture proposte dalla liturgia: un invito, ad essere nel mondo testimoni del vengelo, puri nell’ascolto e con il cuore rivolto alla vera ancora di salvezza della vita.
Il Vescovo è partito dalla descrizione della Chiesa degli inizi, con gli Apostoli inviati ad annunciare ciò che avevano visto. Un compito speciale, il loro: non solo il dover dire quanto era accaduto, ma un far comprendere che proprio in forza di quanto era successo tutti avrebbero potuto incontrare il Signore, partecipando alla condizione di risorti.
Poi la descrizione della predicazione del primo martire della Chiesa, santo Stefano, accusato di bestemmia per aver indicato che Gesù avrebbe distrutto il tempio e sovvertito la legge di Mosè. Ci vuole purezza di cuore per poter ascoltare la Parola, ha osservato Mons. Alberto Tanasini, ricordando come Cristo fosse stato accusato quando annunciava la distruzione e ricostruzione del Tempio, senza comprendere che Egli si riferiva al tempio più grande, alla sua stessa morte e resurrezione. Troppe volte, per affermare ciò che ci interessa siamo disposti a mentire e a fraintendere. Capiremo quando avremo purezza nelle interenzioni e nell’ascolto.
Infine, l’episodio evangelico successivo alla moltiplicazione del pane: Cristo si ritira in preghiera, e ammonisce gli apostoli, che lo cercavano dopo aver visto il segno prodigioso. Datevi da fare per il cibo che rimane per la viat eterna, sono le sue parole. Ecco dunque l’invito finale del Vescovo, particolarmente significativo in una fabbrica, che vive, come altri, il delicato momento socio economico, unito al complesso iter per il trasferimento. Quanto è importante il pane, per noi e per le famiglie, il lavoro, che ci permette di guadagnare il pane; ma questo non deve oscurare la vera necessità del cuore, quella del pane che rimane, facendo l’opera di Dio, credendo in Colui che ha mandato suo figlio, aprendo la prospettiva delle fede, in un rapporto con Lui che non sia solo strumentale, ma che porti a riconoscere che è il maestro, l’amico, il salvatore, il cibo che conduce alla vita eterna.