Papa all’Angelus: occorre chiedere a Dio una fede sempre più salda

CITTA’ DEL VATICANO – Due miracoli che si intersecano, la guarigione dell’emorroissa e la resurrezione della figlia di Giairo, raccontati nel Vangelo di S. Marco cap. V, sono stati ripercorsi da Benedetto  XVI durante l’Angelus nella XIII Domenica per annum. Il Papa ha indicato un duplice livello di lettura: quello fisico, per cui Gesù si china sulla sofferenza umana e guarisce il corpo, e quello spirituale, in merito al quale Gesù è venuto a guarire il cuore dell’uomo e a donare la salvezza, chiedendo la fede in Lui. Gesù, infatti, libera l’uomo nella sua totalità. Questi due racconti di miracoli -ha evidenziato il Papa- chiedono di superare una visione puramente orizzontale e materialista della vita. Un ruolo importante lo hanno coloro che aiutano gli ammalati a portare la croce, in particolare i medici, gli operatori sanitari e quanti assicurano l’assistenza religiosa nelle case di cura. Benedetto XVI li ha definiti “riserve di amore”, che recano serenità e speranza ai sofferenti; ha ricordato, però, che la competenza professionale, che è una fondamentale necessità, da sola non basta: occorre anche la formazione del cuore.