Il ricordo di don Oliva, “un sacerdote del sorriso”

ognio-chiesa_san_rocco1NEIRONE – Il prossimo 22 febbraio don Mario Oliva avrebbe festeggiato il 65esimo anniversario di ordinazione presbiterale. Un ministero, il suo, tutto speso lassù, nella parte più alta della Fontanabuona, fra Ognio, dove è nato e dove è stata celebrata la S. Messa funebre, Tasso, Roccatagliata, Lumarzo e Pànnesi.
Lo ha ricordato don Mario Moltedo, vicario foraneo della Fontanabuona, all’inizio della liturgia, presieduta dal Vescovo nella chiesa di San Rocco. Di questa vallata, ha detto don Mario, don Oliva ha assorbito e testimoniato i valori, condividendo le fatiche ed i disagi del dopoguerra, nella cordialità, con i confratelli e con la gete a lui affidata.
Don Mario Oliva era nato a Ognio nel 1920. Ordinato sacerdote il 21 febbraio del 1948 dal Vescovo Mons. Casabona, dal 2000 si era ritirato alla Casa del Clero, e qui lo ha conosciuto Mons. Tanasini al suo ingresso in diocesi. Il Vescovo nell’omelia ha detto di aver ricevuto un messaggio di cordoglio dall’America Latina, da parte di sacerdote originario di Tasso che ricordava di don Mario la bontà e la dedizione al gregge a lui affidato. Mons. Tanasini ha voluto ricordarne in particolare il sorriso, segno di una speranza certa portata nel cuore, “una luce accesa anche nel culmine della malattia”, ha sottolineato il Vescovo che proprio sabato scorso all’Ospedale di Sestri Levante aveva visitato don Oliva e celebrato con lui il sacramento dell’Unzione degli infermi. Il sacerdote è tale anche nell’infermità, e offre la sua malattia a Cristo crocifisso, ha spiegato quindi il Vescovo che ha aggiunto: il sacerdote è testimone del fatto che la vita non è mai inutile.